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Cosa si pensa a Roma di Pechino

Il momento di maggiore attenzione politica verso le relazioni Italia-Cina è arrivato nel 2019, quando l'Italia divenne il primo paese del G7 a firmare il Memorandum d'intesa sulla collaborazione nell'ambito della Via della seta economica e dell'iniziativa per una Via della seta marittima del 21° secolo. 

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Le tappe fondamentali della politica cinese e delle relazioni Italia-Cina.

Sul Memorandum si è detto di tutto, in Italia e all'estero.

 

Eppure nel 2017, l'allora capo di governo Gentiloni era stato l'unico leader del Gruppo dei sette (G7) a presenziare al primo Forum sulla Via della seta senza che questo avesse attirato troppe critiche; nel 2015 subito dopo il Regno Unito, l'Italia entrò a far parte dell'Asian Infrastructure Investment Bank (Aiib), insieme a Francia e Germania, con buona pace degli Stati Uniti. Addirittura, al World Economic Forum di Davos nel 2017 Xi Jinping venne presentato come "alfiere della globalizzazione".

 

Quindi, perché c'era tutta questa attenzione per la firma del Memorandum appena due anni dopo? Cosa era cambiato? Tutto. "Era cambiata l'Italia, era cambiata la Cina, ed era cambiato il contesto internazionale" ci dice Filippo Fasulo, co-head dell'Osservatorio di geoeconomia dell'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi). 

 

"Ma il governo italiano dell'epoca non lo aveva capito. Il governo giallo-verde di M5S e Lega aveva una fortissima inesperienza nelle relazioni internazionali" ricorda Fasulo. 

 

Nel settembre 2018 però la percezione della Cina a livello globale si stava modificando: i sondaggi del think tank statunitense Pew Research Center mostrano che in Europa una timida maggioranza esprimeva un'opinione negativa della Cina. L'ascesa cinese iniziava a destare preoccupazione anche nell'Asia-Pacifico e  la nuova amministrazione Trump aveva iniziato da qualche mese la guerra commerciale a colpi di dazi. Così con un pessimo tempismo, mentre l'Unione europea additava la Cina come "rivale sistemico che promuove sistemi di governance alternativi", nel marzo 2019 il governo italiano ha firmato il Memorandum sulla Via della seta. 
 

Nonostante la firma del Memorandum e anche a causa della pandemia di Covid-19, le esportazioni italiane verso la Cina non hanno poi registrato aumenti significativi negli anni successivi. Complici le pressioni statunitensi, pure gli accordi di investimenti tra Roma e Pechino non sembra siano andati molto lontano

 

Quello che sicuramente è rimasto invece è una visione negativa di Pechino e un dibattito polarizzato. Con la pandemia, la reputazione della Cina nel mondo si è ulteriormente deteriorata: nel 2020 la reputazione cinese in buona parte del Vecchio Continente è ai minimi storici. Questa tendenza si è riconfermata nel 2022. Alle opinioni negative sulla gestione del Covid-19 si sono aggiunte quelle sui diritti umani, in particolare quelle sugli abusi delle minoranze turcofone nella regione nord-occidentale dello Xinjiang.

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